Buongiorno a tutti,


in accordo con Paolo scrivo questa e-mail con l'intento di avviare un thread sulla soft migration di FUSS Server.

La procedura che è attualmente documentata su https://fuss-tech-guide.readthedocs.io/it/latest/incubatore/migrazione_soft.html è quella che ho studiato io la settimana scorsa e testato, con esito positivo. Una possibile controindicazione del metodo proposto è la mancata conservazione delle samba??password che immagino dia problemi alle reti Windows. Workaround potrebbe essere far scadere subito le password di tutti gli utenti. Soluzione a questo problema - immagino - sarebbe migrare l'albero con slapcat / slapadd. Riconosco renderebbe anche la procedura più scorrevole. Se la cosa non genera problemi e non intacca il server 10 (è cambiato lo schema? se ne installa uno più vecchio così?) si potrebbe fare questo cambiamento.

Riguardo l'installazione, cerco di chiarire i motivi della scelta: ho preferito partire dall'immagine del Cloud Team di Debian perché a lavoro usavamo template fatti come (penso) quello di FUSS Server ovvero installando la macchina virtuale da iso e poi installando il pacchetto cloud-init. Questo creava però diversi problemi per cui alla fine quasi mai la macchina era realmente fruibile: copia della chiave SSH, scrittura del resolv.conf o configurazione delle interfacce di rete erano complicazioni all'ordine del giorno. Questo unito al desiderio di partire da un'immagine il più aggiornata possibile e la consapevolezza che fuss-server dovrebbe riuscire a tirarsi su tutto da solo mi ha portato a questa decisione che, non nascondo, porta la speranza di una maggiore consapevolezza da parte dei tecnici nell'uso dei dischi in Proxmox che spesso saturano l'LVM con conseguenti problemi, senza contare che in futuro avere già le home su un disco separato semplificherebbe ulteriormente la migrazione.

In ultimo, riguardo systemd da backports, ecco le motivazioni: https://github.com/ansible/ansible/issues/71528 . Sia fuss-server che fuss-client falliscono senza il workaround di aggiornare systemd. Io mi sono limitato a cercare la via più semplice, non so se ci siano altri workaround meno invasivi.


-Marco